Il Cinquecento ferrarese in mostra a Palazzo dei Diamanti

Il Cinquecento ferrarese in mostra a Palazzo dei Diamanti

FERRARA – Inaugura il 12 Ottobre, dopo la preview stampa dell’11, la mostra “Il Cinquecento a Ferrara: Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso” nella splendida cornice di Palazzo dei Diamanti, nel cuore di Ferrara. La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli con la direzione di Pietro Di Natale, immerge lo spettatore in un percorso mai banale dove le opere dei quattro autori tessono le file della prima parte del cinquecento nel panorama pittorico ferrarese.

Vittorio Sgarbi e Michele Danieli – ©Marianne Bargiotti Photography

La mostra Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso costituisce la seconda tappa di una più ampia e ambiziosa indagine del tessuto culturale e artistico intitolata Rinascimento a Ferrara 1471-1598: da Borso ad Alfonso II d’Este, vale a dire la stagione compresa tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio, e si propone come naturale prosecuzione di Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa tenutasi a Palazzo dei Diamanti nel 2023.  L’esposizione ripercorre le vicende artistiche del primo Cinquecento a Ferrara, dagli anni del passaggio di consegne da Ercole I d’Este al figlio Alfonso I (1505) fino alla morte di quest’ultimo (1534), committente raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città.

L’inizio del nuovo secolo è marcato dalla nascita di una nuova scuola ferrarese, dopo  Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, aperta agli scambi con altri centri, con protagonisti Ludovico Mazzolino, pittore dall’estro bizzarro che orienta il suo linguaggio in senso anticlassico, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, caratterizzato invece da un naturalismo convinto e sincero, Benvenuto Tisi detto Garofalo,  il principale interprete locale della maniera di Raffaello e Giovanni Luteri detto Dosso,  che sviluppa uno stile originale, colto e divertito, influenzato tanto da Giorgione e Tiziano quanto dalla Roma di Michelangelo.

Ludovico Mazzolino Adorazione dei Magi, c. 1500-02
Olio su tavola Avignone, Musée du Petit Palais, deposito del Musée du Louvre, département des peintures
Parigi, RMN-Grand Palais / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze, foto René-Gabriel Ojeda

La scena della pittura cittadina non sarebbe infine completa senza le opere di Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Lazzaro Grimaldi, Niccolò Pisano, il Maestro dei dodici Apostoli: grazie al contributo di questi maestri, presenti assieme ad altri (Fra Bartolomeo, Romanino, Amico Aspertini, Albrecht Dürer) nel percorso espositivo di oltre cento opere, che ha una naturale estensione nelle sale della Pinacoteca Nazionale al piano nobile di Palazzo dei Diamanti, la mostra accompagna il visitatore attraverso una stagione incredibilmente ricca, dove l’antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo che può definirsi, in una parola, ferrarese.

Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano
Cristo sorretto da Nicodemo [?], 1515-16
Olio su tavola. Lewisburg, Samek Art Museum at Bucknell University. Dono della Samuel H. Kress Foundation
Lewisburg, foto courtesy of the Samek Art Museum, Bucknell University

Un percorso espositivo di cento opere, diffuse in 14 sale, conduce il visitatore dagli esordi del Cinquecento, dopo la scomparsa di Ercole de’ Roberti, fino al 1534 quando Alfonso d’Este muore e la guida del ducato passa al figlio Ercole II, nato nel 1508 dalla seconda moglie Lucrezia Borgia.

In un contesto politico profondamente mutato, il nuovo duca si rivolge inizialmente ai pittori di maggiore esperienza, ai quali se ne affiancheranno altri, più giovani, come Girolamo da Carpi. Ercole II imporrà una svolta moderna alle commissioni ufficiali, ma senza rinunciare all’estro inimitabile di Dosso, dal quale si fa ritrarre, in eroica e umoristica nudità, mentre trionfa sui suoi nemici, raffigurati come pigmei.

Giovanni Luteri detto Dosso
Ercole tra i pigmei, c. 1535 Olio su tela
Graz, Universalmuseum Joanneum, Alte Galerie

Alcuni dei pittori come Ortolano e Mazzolino sono morti a causa della peste nel 1527/28, altri come Garofalo hanno perso parzialmente la vista. Ma è con la morte di Dosso nel 1542 che si chiude una delle più importanti e appassionanti stagioni della storia dell’arte ferrarese e, più in generale, italiana.

IL CINQUECENTO A FERRARA 

Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso 

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

12 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025 

Aperto tutti i giorni, dalle 9.30 alle 19.30

Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio

Intero € 15, ridotto € 12

Informazioni e prenotazioni

tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it 

www.palazzodiamanti.it

Marianne Bargiotti

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