Ondina Valla: la prima medaglia olimpica femminile della storia 

Ondina Valla: la prima medaglia olimpica femminile della storia 

MONDO – A proposito dell’Olimpiade dell’era moderna di Parigi24 vi avevamo parlato di oltre un secolo di storia dalle Olimpiadi del 1924. Oggi vi parliamo di un altro anniversario: l’impresa di Ondina Valla il 6 agosto del 1936. E lo facciamo anche con un gelato speciale a lei dedicato! 

Sono giorni di sfide all’ultimo millesimo di secondo per gli atleti delle Olimpiadi parigine, che sognano di coronare il sogno di una vita: salire sul podio più alto e magari stabilire un nuovo record mondiale. Ma c’è chi ha avuto il privilegio di ottenere un record che nessuno potrà mai battere: quello di essere la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Non ha segnato un record mondiale, ma questo primato è suo per sempre.  

Si tratta di una donna dal nome bizzarro: Trebisonda Valla, detta Ondina. E’ successo a Berlino nel 1936. Specialità: 80 metri a ostacoli. Una gara che poi si è evoluta nei 100 metri. Quando si presenta alla gara insieme ad un’altra italiana, l’eterna rivale Claudia Testoni, Ondina è un atleta magra e alta, classe 1916, che già a soli tredici anni il governo fascista ha eletto a icona della supremazia della razza italica. I giornali la definiscono la dea con «il sole in un sorriso». Il regime ha fame di eroi e così diventa presto una delle beniamine del pubblico italiano.

Orgoglio italiano 

A quattordici anni fa già parte della Nazionale. E’un atleta versatile. Oltre agli 80 e 100 metri, corre gli 80 a ostacoli, staffetta 4×100, salto in alto con rincorsa, salto in alto da fermo, salto in lungo. Diventa anche campionessa italiana di pentathlon. Ha una fisicità fatta di forza, rapidità e destrezza. Il 6 agosto del 1936, alle cinque e mezzo del pomeriggio, è una delle sei finaliste che sognano di tagliare per prime il filo di lana. Le tedesche Anni Steuer e Doris Eckert, l’italiana Claudia Testoni, la canadese Elizabeth Taylor e l’olandese Catharina Braake.

La Valla non parte benissimo, eppure è una delle favorite. Il giorno prima ha vinto la semifinale correndo in 11,6 e ha eguagliato il record mondiale. E’ una gara tirata. Per saltare gli ostacoli la Valla utilizza ancora la tecnica della doppia forbice. Quella all’americana, lo scavalcamento ventrale alla Fosbury, arriverà solo una trentina d’anni dopo. A quel tempo la televisione non c’è, ma ci sono le immagini dei cinegiornali a documentare l’impresa olimpica.

Ondina Valla

Ondina salta bene il primo ostacolo, dopo dodici metri arriva il secondo. Otto passi e via, altro salto. Sono in quattro alla fine le concorrenti che piombano praticamente insieme sul traguardo. Si deve ricorrere alla Zielbeilkamera, la foto d’arrivo. I giudici di gara esaminano a lungo l’immagine. Poi l’annuncio: Ondina Valla ha vinto. L’ordine d’arrivo ufficiale è: Valla 11,748, Steuer 11,809, Taylor 11,811, e al quarto posto la Testoni.  

Al ritorno in Italia la Valla viene accolta come un’eroina. Il Duce in persona la riceve a Palazzo Venezia. Trentasei anni dopo le Olimpiadi del 1900, in cui per la prima volta vengono ammesse le donne, arriva la medaglia d’oro al collo di una atleta italiana. La Valla continua la carriera atletica eccellendo in molte discipline, dal giavellotto al pentathlon, e in soli 16 anni cambia la percezione dello sport femminile italiano tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, stabilendo record nazionali e diventando una delle più grandi atlete di tutti i tempi.  

 

Un gelato dedicato a Ondina Valla 

Per celebrarla in questi giorni a Firenze le hanno persino dedicato un gelato speciale. Cinzia Otri, titolare della Gelateria della Passera nell’oltrarno fiorentino, unica donna toscana a ottenere i Tre Coni del Gambero Rosso, ha ideato un gelato con latte di mandorla, lamponi ed elisir alla Rosa e topping di scaglie d’oro. La titolare della Gelateria, che è stata inserita dal Financial Times tra i migliori 25 luoghi al mondo dove assaggiare il gelato ha raccontato: “Ho pensato di creare un gusto che portasse fortuna ai nostri atleti impegnati alle Olimpiadi, ma soprattutto che celebrasse la prima italiana a salire sul gradino più alto del podio, peraltro in un’edizione dal forte valore simbolico come Berlino ‘36.” 

Gelato Ondina Valla MyWhere ph. Luca Managlia 
Alex D'Alessandro

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