Il disegnatore di Nisida

Il disegnatore di Nisida

NAPOLI – Intervista ad Armando Lupini, insegnante vignettista volontario presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida.

Incontriamo Armando Lupini, uno dei più attivi e presenti autori di satira dei social, che ci racconta della sua esperienza di insegnante volontario di Disegno, presso l’IPM di Nisida , Istituto diventato noto al grande pubblico, grazie alla serie televisiva “Mare Fuori”.
Da molti anni l’isola di Nisida ospita strutture destinate all’accoglienza dei minori sottoposti a provvedimenti di natura sia penale che amministrativa. Stante agli ultimi dati del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), attualmente a Nisida ci sono 64 ragazzi, di cui 59 in custodia cautelare 5 in semilibertà. Nisida ospita sia ragazzi che ragazze.

L’Istituto Penale per Minorenni di Nisida è isolato dal contesto urbano. Lo è al di là del senso figurato del termine. Si trova in cima a un isolotto di origine vulcanica a forma circolare e appartiene all’arcipelago delle isole Flegree. Nisida è difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. In macchina, dalla stazione di Napoli, ci si arriva in circa quaranta minuti. 

Ci racconti chi sei e quando hai iniziato a disegnare? Sono Armando Lupini, faccio il vignettista, qui a Napoli, dove sono nato negli anni Sessanta. Sono stato cresciuto a “pane e Topolino”.  Mi sono, infatti, accostato alle vignette, iniziando proprio a copiare i famosi personaggi della Disney, vincendo il primo concorso con il Comicon, su iniziativa della compagnia di bandiera catalana Vueling Airlines , che pubblicò proprio la mia vignetta sulla rivista di bordo “Ling”.  Ho iniziato quindi a disegnare fin da piccolo, ereditando questo talento naturale da un mio avo artista. E ho coltivato questa grande passione fino ai giorni nostri, riuscendo a entrare in un circuito di satira abbastanza importante, grazie all’avvento dei social.

Mi considero uno degli ultimi artigiani, nel senso che il tratto lo realizzo ancora a mano libera. La procedura con la quale realizzo le mie vignette, è, infatti, abbastanza artigianale. Disegno a mano libera le vignette, poi le scansiono, poi coloro le scansioni attraverso un programma di colorazione digitale. Infine, in Word incollo l’immagine e la completo con il testo, scritto con un font personalizzato, racchiuso in un call out (balloon).  Con l’avvento dei social, sono riuscito a farmi conoscere da una platea di pubblico sempre più vasta e ho fondato, insieme ad altri vignettisti, il blog satirico “Acidus“.

Disegno per “L’Ateo”, per “Pinklife Magazine“, per “Vivere”  e poi ancora per “Chiaia Magazine” e “Cuore Azzurro”. Ho partecipato, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Legalità e Giustizia, alla pubblicazione di “Legalmente” e alla pubblicazione di “Disabill Kill” di Pietro Vanessi e Tullio Boi. Mio è invece il volume “Perché noi, già stiamo distruttamente moralmente“. 

Sei nipote d’arte, giusto?  Sì, il mio bisnonno materno si chiamava Adolfo Narciso e, tra la fine dell’ 800 e gli inizi del ‘900, faceva il “macchiettista” ovvero, si esibiva nei Cafè Chantant di Napoli, in voga all’ epoca, cantando e intrattenendo il pubblico, con racconti e aneddoti. Poi Narciso conobbe un giovane di nome Enrico Caruso, che fece ingaggiare dal Caffè dei Mannesi, un locale presso il quale lavorava, facendolo esibire li. Ma Caruso, poco dopo, parti per l’America, trovando fortuna e riuscendo a cambiare la sua vita. Narciso, nel frattempo a causa di un incidente a un occhio, si mise a scrivere novelle per il quotidiano Roma e pubblicò diversi libri tra gli anni 20 e 30 del secolo scorso. Mori nel 1948, da solo e in povertà.

Come sei approdato all’Istituto Penale Minorile di Nisida? Ho sempre sognato di poter trasferire questo mio talento naturale ad altre persone e l’occasione si è presentata finalmente nel 2021, quando sono approdato all’Istituto Penale Minorile di Nisida, perché la mia aspirazione era proprio quella di poter insegnare ad altri a disegnare.
E quale modo migliore per farlo se non insegnando a ragazzi, che provengono da ambienti socialmente disagiati, che non hanno avuto la possibilità di studiare oppure che sono incappati in reati, magari anche in modo inconsapevole?  Quindi la mia esperienza a Nisida è stata molto significativa, proprio perché ho avuto la possibilità di poter insegnare a un gruppo di ragazzi un’arte non comune, quella del fumetto. E proprio lì, a Nisida, ho scoperto, tra l’altro, di trovarmi di fronte a ragazzi molto intelligenti e dotati, così come altrettanto educati e talentuosi.

Per quanto tempo hai insegnato a Nisida? Ho insegnato lì, disegno e fumetto, come volontario, per diversi mesi. I miei allievi erano un gruppo di ragazzi, che avevano commesso i reati più disparati. Con età compresa tra i quindici e i diciassette anni, sia ragazzi che ragazze. Una cosa, che ricordo con emozione, è che loro mi aspettavano con molta gioia e trasporto. Questo perché erano felici di svolgere un’attività ludica, che li distaccava, anche solo per un attimo, da quella che era la loro realtà.
La lezione durava circa 1 ora e mezza e si svolgeva all’interno di uno spazio preposto ad aula. Portavo con me tutti i materiali necessari, affidavo loro un tema e disegnavo per loro una vignetta pilota.  Ed ero affiancato, durante la lezione, da una psicologa e da un’assistente sociale.

Ci racconti una storia che ti ha emozionato particolarmente? Certamente, è quella di una ragazza che mi ha particolarmente colpito: frequentava il mio corso ed era una ragazza molto dotata e talentuosa. Era davvero bravissima a disegnare. Tant’è che si è diplomata al liceo artistico con 100/ 100 e successivamente si è iscritta all’Accademia di Belle Arti. Io, dal canto mio, cercavo di spronarla nel coltivare questo suo talento e nel proseguire su questa strada. Spero che oggi lei l’abbia fatto e che abbia trovato finalmente una sua collocazione nella società civile e nel mondo del lavoro.

 

 

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Che cosa pensi delle strutture detentive e della rieducazione? Sai, prima mi ero fatto tutta un’ altra idea degli istituti penali minorili…avendo visto film come “Scugnizzi” (girato proprio a Nisida) e “Mery per sempre” (ambientato nel Malaspina di Palermo), dove si mostrano violenze, si fa bullismo e ben altro. In realtà, quando mi sono ritrovato a Nisida, ho scoperto un’altra realtà: quella di una comunità coesa e affiatata, dove i ragazzi vengono trattati con dolcezza e umanità, sia da parte degli agenti di custodia, sia da parte del Direttore della struttura, che li tratta come fossero propri figli, in modo molto paterno.

Per quanto riguarda i ragazzi, tenendo conto che hanno commesso sbagli di rilevanza penale, non si può demonizzarli alla loro età: parliamo di bambini e di adolescenti che, se si girano indietro, non vedono nulla, data la loro giovanissima età… Tra l’altro, mi sono ritrovato, come vi dicevo, a lavorare con ragazzi di un’intelligenza fuori dalla norma, che, se veicolata in modo corretto, ne consente davvero il pieno recupero e il reinserimento nella società, da uomini liberi e onesti…basta indirizzarli nel percorso giusto!

Ci parli dei tuoi nuovi progetti e dei sogni nel cassetto? Ho in progetto di finalizzare questo corso tenuto a Nisida, anche se tre anni fa, con la pubblicazione di un libro, che sta raccogliendo le vignette e i disegni realizzati dai ragazzi e, che verranno affiancati da vignette realizzate da vignettisti professionisti, in una pubblicazione che possa davvero rendere il senso profondo di quella esperienza, pubblicazione per la quale sto cercando un editore. Ho poi due sogni. Uno è quello di poter disegnare per la Disney, dai cui fumetti ho imparato la mia arte. E, infine, quello di poter tornare a insegnare di nuovo, questa volta ai bambini dei reparti oncologici degli ospedali di Napoli.

Alessandra MR D'Agostino

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