Giacomo Puccini celebrato in musica a 100 anni dalla sua scomparsa

Giacomo Puccini celebrato in musica a 100 anni dalla sua scomparsa

ITALIA – “Puccini secondo Muti”. Per le celebrazioni del centenario pucciniano, Riccardo Muti il 28 giugno dirigerà l’Orchestra “Cherubini” nella sua città: a Lucca, sul prestigioso palcoscenico allestito alle Mura Storiche. Ma qui vogliamo raccontarvi qualche inedita curiosità sul compositore italiano amato in tutto il mondo. 

Il 29 novembre 1924 moriva a Bruxelles Giacomo Puccini.
Giacomo Puccini
morì 100 anni fa, la morte dell’ultimo grande operista italiano.
 Con lui si chiude l’aurea stagione della lirica romantica del XIX secolo, poi ci si avvierà verso territori musicali moderni, novecenteschi. Nel frattempo, da pochi mesi l’UNESCO ha riconosciuto l’alto valore culturale e sociale dell’opera lirica italiana e l’ha inserita in quel fulgido tesoro mondiale che è il Patrimonio Immateriale della Cultura. 

Due ricorrenze non banali che rinvigoriscono l’attenzione verso quest’arte composita e complessa che ha invaso il mondo e ancora dopo secoli esercita il suo fascino profondo. Creare un’opera lirica oltre al compositore e al librettista (la musica e le parole) vuol dire coinvolgere molte professionalità artistiche: le masse musicali, orchestra e coro e solisti, gli scenografi, i costumisti, i coreografi assieme al corpo di danza, i tecnici, i truccatori, gli illuminotecnici, i registi teatrali. Un’opera d’arte collettiva e corale. 

La celebrazione dell’orchestra

Per celebrare l’avvenimento interviene il più famoso direttore d’orchestra italiano, Riccardo Muti, che il 28 giugno sarà protagonista di una serata di gala a Lucca, patria di Puccini, scenario le magnifiche Mura della città. Dirigerà con l’orchestra giovanile Cherubini in una formazione eccezionale: 130 musicisti che saranno i migliori musicisti che sono passati nei 20 anni di vita dell’Orchestra: in questo lasso di tempo il Maestro ha formato più di mille musicisti che oggi sono in tutte le più importanti orchestre italiane ed internazionali.  Ovviamente ha scelto gli artisti che vuole sul palco: i soprani Eleonora Buratto, Lidia Fridman, Mariangela Sicilia e i tenori Luciano Ganci, Dmitry Korchak e Francesco Meli. 

Degli innumerevoli episodi della vita di Giacomo Puccini ci piace ricordare due momenti.

La collaborazione sempre auspicata ma mai realizzatasi tra D’Annunzio e Puccini: erano contemporanei e per più di 20 anni, dal 1894, il più celebrato compositore italiano e il più celebrato scrittore del Paese restarono in contatto saltuariamente. Ci si aspettava il Capolavoro italico. All’apparenza avevano molte cose in comune: erano immersi nel romanticismo post wagneriano, erano consapevoli della propria reputazione e del proprio valore commerciale. Ma col tempo Puccini sviluppò un proprio drastico parere sul Vate: “aveva poca dimestichezza con il teatro lirico”. Inoltre D’Annunzio fu entusiasta della salita al potere di Mussolini. Mentre Puccini non si fece travolgere, tant’è che quando Mussolini lo fece Sentore Onorario disse agli amici che avrebbe dovuto farlo sonatore.

Gabriele D’Annunzio

Un problema attualissimo: gli artisti sono o no al di sopra dei conflitti armati tra i popoli? Anche Puccini incappò in questo dilemma. Nel 1913 a Vienna gli venne chiesto di comporre un’operetta ricca di valzer, la forma musicale più viennese che ci sia. Con un testo in tedesco, la prima rappresentazione a Vienna, e a lui tutti i diritti delle rappresentazioni in Italia. Molto allettante, ma l’operetta con dialoghi parlati non era proprio il suo genere. Però cominciò a lavorarci.

La Grande Guerra e Giacomo Puccini

Nell’agosto del 1914 scoppiò la Guerra (quella detta poi Grande). Ci fu un anno di neutralità dell’Italia in cui Puccini dichiarò di essere amico di tutte le Nazioni in cui veniva suonata la sua musica! Poi l’Italia entra in guerra a fianco di Gran Bretagna e Francia contro Austro-Ungheria e Germania. Ecco che Vienna era diventata una capitale nemica: Puccini venne ben presto accusato di trafficare con il nemico. Si dice che questa ingiuria fosse alimentata dalla stampa francese spinta da un risentimento sciovinistico dovuto alla grande popolarità di Puccini presso il pubblico francese. Ma Puccini andò avanti e nel 1917 a Montecarlo vede la luce La rondine l’unica sua operetta. A Vienna arrivò nel 1920. 

Giacomo Puccini
Giacomo Puccini

Celebrando il centenario della morte di Puccini dobbiamo a chiare lettere rammentare che egli è l’unico autore italiano che nell’Europa del primo novecento si colloca a pieno titolo nel novero dei grandi come Schoenberg, Ravel, Stravinskij, che spalancarono le porte alla Musica Moderna.  

 

foto MyWhere©

Silvia Camerini Maj

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