Alan Turing morì 70 anni fa: celebriamo il genio silenzioso

Alan Turing morì 70 anni fa: celebriamo il genio silenzioso

ACCADE OGGI – Alan Turing morì il 7 giugno di 70 anni fa. Ci lasciava il genio Silenzioso che, tra le altre formidabili cose,  svelò i segreti della Seconda Guerra Mondiale. Ripercorriamone l’esistenza.

Alan Turing nacque il 23 giugno 1912 a Londra, un evento che segnò l’inizio della vita di uno dei più grandi geni del XX secolo. Figlio di un funzionario coloniale britannico, dimostrò fin da giovane un’intelligenza straordinaria e una curiosità insaziabile per la matematica e le scienze. Dopo aver frequentato il King’s College a Cambridge, dove si distinse per le sue straordinarie capacità matematiche, Turing conseguì il dottorato a Princeton sotto la guida di Alonzo Church. Qui, sviluppò il concetto di “macchina universale”, un’idea che avrebbe gettato le basi per l’informatica moderna. La “Macchina di Turing”, come sarebbe poi stata chiamata, era un modello teorico di calcolo che poteva simulare qualsiasi algoritmo, dimostrando così che una macchina poteva essere programmata per risolvere qualsiasi problema computazionale, purché espresso in un algoritmo.

Alan Turing: la Seconda Guerra Mondiale e la decifrazione di Enigma

Il contributo più significativo di Turing alla storia umana avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1939, si unì al Bletchley Park, il centro britannico per la crittoanalisi, dove si concentrò sulla decifrazione dei codici utilizzati dalle forze tedesche. La macchina Enigma, utilizzata dai nazisti per cifrare le loro comunicazioni, era ritenuta inviolabile. Tuttavia, Turing, con la sua visione innovativa e una determinazione implacabile, progettò una macchina elettromeccanica chiamata “Bomba”. Questa macchina riuscì a decifrare i messaggi codificati da Enigma, fornendo agli Alleati informazioni cruciali che accelerarono la fine del conflitto. Si stima che il lavoro di Turing e del suo team abbia accorciato la guerra di almeno due anni, salvando milioni di vite.

Alan Turing

L’Eredità scientifica e la tragedia

Dopo la guerra, Turing continuò a lavorare in campo scientifico, contribuendo allo sviluppo dell’informatica e dell’intelligenza artificiale. Il suo lavoro pionieristico sulla “macchina di Turing” e la teoria della computabilità formarono il fondamento teorico per i futuri computer. Nel 1950, Turing pubblicò un articolo intitolato “Computing Machinery and Intelligence”, in cui propose il famoso “Test di Turing”. Questo test, concepito per determinare se una macchina potesse esibire un comportamento intelligente indistinguibile da quello umano, rimane uno dei criteri fondamentali nel campo dell’intelligenza artificiale.

Nonostante i suoi incredibili successi, la vita personale di Turing è segnata dalla tragedia. Nel 1952, perseguitato dal governo britannico per la sua omosessualità, considerata un reato all’epoca, fu condannato per “indecenza grossolana” e sottoposto a castrazione chimica, un trattamento crudele che ebbe gravi ripercussioni sulla sua salute mentale e fisica. Il 7 giugno 1954, Alan Turing fu trovato morto nella sua casa di Wilmslow, apparentemente suicidatosi mangiando una mela avvelenata con cianuro. Aveva solo 41 anni.

Solo molti anni dopo, la società cominciò a riconoscere l’importanza del suo lavoro e l’ingiustizia delle persecuzioni subite. Nel 2009, il Primo Ministro britannico Gordon Brown si scusò ufficialmente per il trattamento riservato a Turing. Nel 2013, Turing ricevette la grazia reale postuma dalla Regina Elisabetta II.

Aln Turing: Un eroe immortale

Alan Turing Memorial Closer, Manchester

Alan Turing rimane una figura centrale nella storia della scienza e della tecnologia. La sua capacità di vedere oltre i limiti del suo tempo, la sua dedizione alla ricerca e la sua resilienza personale continuano a ispirare generazioni di scienziati, matematici e pensatori. In un’epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, il lavoro di Turing risuona più forte che mai, ricordandoci l’incredibile potere dell’ingegno umano e la necessità di combattere per l’uguaglianza e la giustizia.

Steve Moss

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