Napoli Ottocento, un omaggio al mondo artistico partenopeo

Napoli Ottocento, un omaggio al mondo artistico partenopeo

ROMA – Alle Scuderie del Quirinale 250 opere dell’Ottocento napoletano in mostra fino al 16 giugno 2024. Un omaggio significativo ad una delle città più vitali nell’ambito della cultura europea contemporanea. L’esposizione Napoli Ottocento offre un percorso attraverso opere da Degas a Fortuny, da Mancini a Morelli fino a Turner e oltre. 

Napoli Ottocento, attraverso una selezione di 250 capolavori, rappresenta un omaggio al ruolo centrale di Napoli nell’ambito del dibattito europeo sull’arte. Napoli si propose come un centro di produzione artistica di assoluta centralità europea per tutto l’Ottocento. Quel ‘secolo lungo’ che prende le mosse dagli esiti della cultura illuminista di fine Settecento e che arriva ad estendersi fino alla Prima Guerra Mondiale. Un secolo così strettamente connesso alla nascita dell’Italia moderna eppure ancora non abbastanza conosciuto e per questo ancora da scoprire.

Napoli Ottocento MyWhere
Mare in burrasca. marina con burrasca DIPINTO, 1877 – 1877
De Nittis Giuseppe Gaetano (1846/ 1884)

La mostra 

L’esposizione incarna la perfetta sintesi della eccezionale vitalità artistica di una città che ha continuato ad attrarre tutti i più grandi artisti attivi in Europa o provenienti dalle più giovani scuole nordamericane, giunti per vivere l’esperienza ineludibile della scoperta di Pompei ed Ercolano ma poi folgorati dalla bellezza prorompente del paesaggio campano, dalla ricchezza del patrimonio storico e artistico di quei luoghi, dai contrasti di una città dall’incanto unico al mondo. 

JOSEPH MALLORD WILLIAM TURNER LONDRA, 1775 – 1851, THE CASTEL DELL’OVO, NAPLES, WITH CAPRI IN THE DISTANCE, Castel dell’Ovo, Napoli, con Capri in lontananza, 1819

Una panoramica ricchissima tra dipinti, sculture, arti decorative, storia e scienza: eloquenti testimonianze, malgrado i problemi e le tensioni sociali e politiche, di una tradizione artistica e culturale davvero secolare e ancora viva, inserita a pieno nella cultura europea contemporanea.  

Napoli Ottocento
Mostra Napoli Ottocento

Il mare, le montagne, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la lussureggiante vegetazione della Campania, lo splendore ed anche il degrado hanno ispirato artisti quali Constantin Hansen, Silvestr Ščedrin, Simon Denis, Karl Böhme, Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, Thomas Fearnley, Eduard Hildebrandt, Hans von Marées, John Singer Sargent, i pittori naturalisti di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, Teodoro Duclère e Salvatore Fergola.  

Napoli Ottocento mostra

Focus su Degas

Un rilievo significativo ricopre nella mostra la figura del pittore Edgar Degas, un artista che ha sempre rivendicato la sua appartenenza al movimento realista rifiutando l’etichetta di impressionista come qualificativo della sua pittura. Di origini napoletane per parte paterna, Degas parlava correntemente la lingua napoletana imparata durante la sua infanzia e giovinezza a Napoli. È considerato in questa mostra dal punto di vista della sua familiarità con l’ambiente napoletano. Ipotizzando che, questa particolarità, sia un tassello di lettura in più per capire la sua differenza con la scuola francese.  

Edgar Degas (Parigi, 1834 – 1917) Hilaire de Gas, 1857,
Parigi, musée d’Orsay, © Archivio Scala Group, Antella, © 2024. DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze

Proprio a Napoli – dove trascorse soggiorni fondamentali per la sua formazione – poté arricchire di un senso nuovo la sua particolare formula realista. Particolarmente importante, per questo, è il focus dedicato in mostra all’artista francese. Grazie alla generosità del Musée d’Orsay, dell’Art Institute di Chicago e del Cleveland Museum of Art i visitatori potranno ammirare riuniti in mostra cinque celebri capolavori del ‘Degas napoletano’, oltre all’emblematica ‘Veduta di Castel Sant’Elmo da Capodimonte’ del Fitzwilliam Museum di Cambridge, rarissimamente esposta. 

Napoli Ottocento 

Seguendo lo svolgersi delle varie correnti culturali ottocentesche, la mostra dedica tre sezioni decisive alla tematica dell’immaginario storicista neo-pompeiano che reinventa temi o diffonde lo stile dei manufatti rinvenuti nelle città sepolte, dell’immaginario idealista neo-greco, intriso di evocazione ed elegia, e l’immaginario orientalista, che tanto fascino suscitò in Domenico Morelli. Il passaggio e le contaminazioni tra pittura accademica e pittura realista, intorno alla metà del secolo, sono descritte con attenzione. Descritte fino al confluire nelle arti figurative di tematiche veriste che nell’affermare il principio di realtà fino all’estremo riflettono le istanze di denuncia sociale proprie della seconda metà del secolo. Il percorso dall’accademismo al realismo trova, al culmine della sua progressione verista, un approdo a soluzioni di disfacimento dell’esattezza figurativa ottenuto con il prevalere degli aspetti materici della pittura nelle opere di Antonio Mancini 

Antonio Mancini (Roma, 1852 – 1930), Il Saltimbanco
1878, Filadelphia, Philadelphia Museum of Art, Vance N.Jordan, Collection, 2004

Nell’ottica di queste “contraddizioni” legate alla realtà, è la materia stessa che diviene oggetto della pittura e della scultura, annullando le differenze tra l’una e l’altra attraverso effetti violentemente materici che trovano un paragone solo nella ricerca di Medardo Rosso e che di fatto anticipano di diversi decenni quelle qualità tipiche della stagione ‘informale’ del dopoguerra, in artisti come Fontana o Burri. 

Cenni storici

Nel XIX Napoli è a tutti gli effetti riconosciuta anche come un’importante capitale scientifica, terza città d’Europa, dopo Londra e Parigi, sede di una delle più antiche università italiane, della prima scuola di lingue orientali in Europa (fondata nel 1732), del primo museo di mineralogia (fondato nel 1801) e di molti altri centri di studio o istituzioni per la ricerca e lo studio.  

Vincenzo Gemito (Napoli, 1852 – 1929), Ritratto di Anna Gemito, 1886 circa, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, © su gentile concessione del Ministero della Cultura -Museo e Real Bosco di Capodimonte

È anche la città dei dibattiti positivisti, delle scienze giuridiche e matematiche. È la città dell’intensa dialettica che lega le nuove scienze a un’estetica sempre fedele alla grande tradizione realista. Quest’ultima centrale nella definizione dell’arte napoletana dal periodo barocco riberesco e caravaggesco. 

Nel primo quarto del XX secolo, Antonio Mancini, all’apice della fama internazionale, consente alla materia grezza di entrare nei suoi dipinti; è la materia, prorompente, invasiva e privata di forma che si fa oggetto stesso dell’opera, sostituendosi al soggetto ritrattato. Una scelta che venne celebrata alla Biennale di Venezia del 1926, dove la Dama in rosso di Mancini venne salutata da Carlo Carrà come “un vero capolavoro di potenza plastica e di armonia cromatica”.   

Antonio Mancini (Roma, 1852 – 1930), Dama in rosso
1926 circa, Napoli, GAN – Galleria dell’Accademia di Belle Arti, © GAN – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Photo: Oreste Calzetta

Anche l’influenza del clima politico ed economico ha avuto un ruolo decisivo sulle forme d’arte di questo periodo storico. La profusione di progetti e programmi di trasformazione urbanistica della città, infatti, la rendono sempre più europea. Infatti, alla fine del secolo, Napoli dialoga ancora direttamente con Parigi. In soli tre anni viene eretta la Galleria Umberto I, vengono costruiti i caffè, i grand hotel, i quartieri borghesi ed i lunghi viali. 

 Una mostra da non perdere

“Napoli Ottocento” rappresenta la sintesi di questo lungo percorso. È un’occasione unica per ammirare opere di altissimo valore e per comprendere a pieno un periodo ricco di contraddizioni e di fascino. 

 “Napoli Ottocento. Degas, Fortuny, Gemito, Mancini, Morelli, Palizzi, Sargent, Turner”, alle Le Scuderie del Quirinale dal 27 marzo al 16 giugno 2024. Mostra con sede a Roma, curata da Sylvain Bellenger insieme a Jean – Loup Champion, Carmine Romano e Isabella Valente.  

Joseph Mallord William Turner, (Londra, 1775 – 1851), Scena costiera vicino Napoli, 1828 circa, Londra, Tate accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856, © Archivio Scala Group, Antella, © 2024. The National Gallery, London/Scala, Firenze

Un progetto espositivo di grande respiro e di alto rilievo scientifico organizzato dalle Scuderie del Quirinale e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la Direzione Regionale Musei Campania, l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la Stazione Zoologica Anton Dohrn.   

Mostra Napoli Ottocento

Tutte le foto nell’articolo MyWhere©

INFO 

Napoli Ottocento 

Degas, Fortuny, Gemito, Mancini, Morelli, Palizzi, Sargent, Turner + 

ROMA, SCUDERIE DEL QUIRINALE 

27 MARZO – 16 GIUGNO 2024 

www.scuderiequirinale.it 

Il catalogo è edito da Electa. 

 

Fabiola Cinque

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